DO THE EVOLUTION
Di FABIO VOLINO E MICKEY
Telsen, Argentina.
In questa piccola città dell’ entroterra sudamericano sono arrivati cinque
nuovi visitatori. Si sono camuffati da gente del luogo, grazie a vestiti
consigliati e forniti loro da collaboratori argentini delle Nazioni Unite, che
glieli hanno consegnati all’ aeroporto di Buenos
Aires. Un elicottero li ha portati poi a pochi chilometri da qui, per non destare
troppi sospetti nella popolazione. E adesso Sun,
Marianna, Visione (munito di un induttore di immagini per mascherare le sue
fattezze sintetiche), la Dinamo Cremisi e l’ inaspettato ospite Sisma (che non
ne ha voluto sapere di separarsi da Sonia Elios) sono giunti in questa città.
“A Telsen sono stati registrati molti furti e molte
razzie compiuti, a detta dei testimoni, da dei mostri. Ed ogni tanto qualche
persona scompare nel nulla” aveva spiegato loro Valerie Cooper, quando avevano
lasciato USAgent nella Grande Mela. Pur essendo un
indizio flebile, è probabile che in questa faccenda ci sia la mano di Arnim Zola, il classico arcinoto scienziato pazzo, che già
una volta si rifugiò in questa nazione, quando per il mondo era ancora una
leggenda metropolitana, ed è compito di WorldWatch
indagare. O meglio, è compito di ciò che ne rimane.
Visione è praticamente silente, nessuno riesce a penetrare i suoi pensieri.
Cammina a testa bassa, protetto dall’ ologramma dell’induttore. I suoi tre
colleghi, invece, stanno sommessamente discutendo della condizione del gruppo.
"Agent è stato poco carino a lasciarci da soli in un momento così
delicato… per dei fantomatici impegni personali" si lamenta l’ italiana
della formazione.
"Per una volta concordo con te" ribatte la francese "Siamo solo
in quattro… basterà che un altro paio di noi si prenda le ferie o sparisca nel
nulla perché WorldWatch si sciolga…".
"Tu scherzi, ma la situazione è seria… e il problema non è solo questo.
Quante volte è venuto a mancare il gioco di squadra tra di noi? Non c'è
amalgama, anche quella crisi in Tibet poteva essere risolta in maniera meno
brusca, ma ognuno era preso dalle sue cose".
"Già, lì non abbiamo fatto quello che dovevamo" dice il russo, che
pensa in realtà ad un’ altra sua mancanza nella missione cinese. Avrebbe potuto
facilmente uccidere Sun e concretizzare le nefaste
previsioni di Marianna, come si augurano i suoi mandanti… e invece non ha fatto
niente. Sa che ne pagherà presto le conseguenze, ma non gliene importa nulla.
"E poi, fatevelo dire da una che è arrivata da poco… mi sembra che ci sia
qualcosa che ci impedisce di operare al meglio. Non so se è il manipolatore di
turno, o i più probabili giochi di potere, gli interessi politici in gioco… ma
siete riusciti a farvi notare solo in Italia".
"In compenso siamo specializzati nel fermare tizi che scatenano terremoti
artificiali[1]…
come se non fossero abbastanza quelli naturali" si rammarica Sun, guardando accanto a sé l’ intontito Sisma, anch' egli
in silenzio, eppure dal volto felice; sta sempre vicino a Sonia, la ragazza di
cui si è invaghito, il cui silenzio adesso dice più di mille parole: deve
rispettare la promessa fatta. Non intende far certo arrabbiare il geologo
cinese, potrebbe mandare tutto all’ aria. Un tempo si sarebbe confidata con
Visione, ma ora...
Le ore passano, la notte cala ed il team si è rifugiato ad una piccola
pensione locale, per riposarsi, pur rimanendo sempre in allerta. Ad un certo
punto, le vie del quartiere iniziano a riempirsi di brusii, urla, rumori: il
passaparola è molto efficace, in un paese così piccolo.
"I demoni!".
"Un altro furto!".
Gli eroi capiscono che è il momento di intervenire. Gettando alle ortiche le
loro identità in incognito, in pochi minuti seguono le indicazioni degli autoctoni
e raggiungono il luogo del delitto.
"Siamo stati fortunati" commenta Marianna, riferendosi al fatto che è
accaduto ciò che doveva nella prima notte di missione.
"Non mi pare…" controbatte la Dinamo Cremisi.
Infatti, si è sparsa anche la voce della comparsa degli eroi, così il piccolo
gruppo di gente in ombra, che sta facendo incetta in un negozio di alimentari,
inizia già a scappare al loro arrivo. Nessuno tenta di fermarli, la popolazione
si ritrae atterrita.
"Fermi!" urla Sonia, illuminandosi a giorno. Come previsto, si
intravedono delle sagome inumane tra i fuggitivi, ma questo non ferma gli eroi.
Sun, Visione e la Dinamo Cremisi volano verso i
ladri, ma sembra troppo tardi, si sono quasi tutti dileguati: Sun non osa usare i suoi poteri alla cieca, così come i
suoi colleghi. La visibilità è a dir poco pessima, è un particolare che hanno
notato sin dal loro arrivo e che hanno attribuito al clima bizzarro. Un attimo
di esitazione a causa di questo ed il gruppo di malviventi sta scomparendo,
forse in un tombino, forse in un pozzo.
Dal canto suo, Marianna lancia lo stesso il suo scudo con tutta la sua forza e,
con un gioco di rimbalzo tra le pareti del vicolo buio in cui tutti stanno
sparendo, riesce a colpire e stordire casualmente due fuggitivi. Visione scende
su di loro, per non farseli sfuggire prima che si riprendano. Li afferra nel
buio, poi arriva Sun, illuminando il calle.
"Oddio…" rimane inorridita la ragazza.
Marianna, sopraggiunta, si copre gli occhi.
Un ladro ha quattro braccia, l' altro ha un volto da mostro.
E sono entrambi terrorizzati.
New York.
Nel suo immenso studio legale nel centro di Manhattan, Claude Unger sta
intrattenendo l’ ultimo colloquio con Angela Benassi,
un tempo nota come Angela Elios, la madre di Sun,
prima di intraprendere l' azione penale.
"Signora, mi assicura che ricorderà di dire solo ciò che abbiamo
stabilito?".
"Certo… non ho intenzione di perdere questa causa e…".
Improvvisamente, durante la discussione, qualcuno irrompe nello studio privato
dell’ avvocato. Claude se ne meraviglia:"Ehi,
avevo detto di non far entrare nessuno" sbotta, scusandosi tacitamente con
la donna ed alzandosi per andare incontro al disturbatore.
"Vada a sedersi" intima l’ uomo sopraggiunto, bloccando l’ avvocato con il suo sguardo magnetico "Lasci
perdere questa faccenda, se tiene alla sua salute, e se ne dimentichi al più
presto". Unger non può far altro che acconsentire, tornando alla sedia,
inebetito.
Quando Angela si volta impaurita, vede accanto a sé l’ uomo misterioso. E,
guardandolo, rischia di svenire:"Francesco…"
ansima, portandosi la mano al petto, come se avesse visto un fantasma.
"Cara… vieni con me" le ordina l’ uomo. E la madre di Sun lo segue fin fuori lo studio legale.
Qualche minuto dopo, Claude Unger si riprende, non ricorda esattamente quello
che è successo, ma gli pare di essere in una situazione del tutto normale.
Accende l’ interfono e chiede alla sua segretaria di portargli gli appunti per
oggi.
"Mi dispiace per quell’ uomo, non sono riuscito
a fermarlo…" si giustifica la ragazza, dall’ atrio.
"Non preoccupartene. Adesso chiamami il giudice Harrington sulla linea
riservata".
Quando inizia a parlare con il suo amico e mentore, questi gli chiede:"Allora, come va con la grande opportunità? Hai
indagato su WorldWatch?".
"Non me ne occupo più… quella donna mi avrebbe fatto perdere solo
tempo" ribatte seccamente Unger, liquidando la questione.
Il giudice rimarrà sempre perplesso per l’ improvviso voltafaccia del suo
protetto.
Argentina.
"Portiamoli alla pensione, con velocità e discrezione" suggerisce
la Dinamo Cremisi, e tutti lo stanno ad ascoltare. Le due creazioni di Zola non
oppongono resistenza e tanto meno i gestori del modesto albergo,
preventivamente pagati dall’ ONU per collaborare.
Al sicuro infine nelle loro stanze, gli eroi di WorldWatch
possono interrogare i due prigionieri.
"Allora" inizia Marianna attivando un traduttore universale
"Esigiamo delle spiegazioni. Convincenti spiegazioni".
"Noi… non sappiamo niente…" cerca di convincerli l’ uomo a sei zampe.
"A chi la volete dare a bere? Parlate! Cosa sapete di Arnim
Zola?" alza il tono di voce Visione.
La coppia sembra ancora più terrorizzata al suono di quelle ultime due parole.
Il sintezoide si avvicina al volto deforme di uno dei
due, dimostrando di non provare ribrezzo e, fissandolo negli occhi,
ripete:"Cosa_sapete_di_Arnim_Zola?".
Quando i suoi denti smettono di tremare alla vista insolita di un sintezoide parlante, il mostro inizia a sbottonarsi. Non
capisce chi siano questi pazzi in costume; non capisce come faccia a
comprenderli, dal momento che il labiale non corrisponde a ciò che sente; non
capisce i loro poteri. E inizia a covare l’ idea che siano potenti quanto Lui.
"Va… va bene… vi diremo quel che sappiamo. Noi… non… non siamo mai nati.
Siamo stati creati in… laboratorio, o almeno così dice il signor Zola. Lui… ci
ha sempre derisi, messi alla… gogna, si dice così, vero? E così… alla
fine, diversamente da molti altri nostri compagni, non ce l’
abbiamo fatta più, ci siamo organizzati e, in una notte buia come questa,
ci siamo rivoltati e siamo riusciti a fuggire…".
"È terribile" bisbiglia Sun, scotendo la testa. Sisma è in un angolo con gli occhi
lucidi: la loro storia lo sta commovendo.
"Allora" continua il racconto l’ altro "Dovevamo pur
sopravvivere… perciò abbiamo iniziato a rubare. Nessuno ci avrebbe ospitato,
facciamo a tutti… schifo, siamo diversi dagli altri… come lui – indica Visione,
apparentemente contrariato da quel paragone.
"Va bene, ragazzi, cercheremo di aiutarvi…" interviene Marianna
"Ma non possiamo intervenire se non ci dite dov’è Zola".
"Il padron Zola? Lui… è lì".
Un mostro alza i suoi quattro indici verso il cielo, con sommo stupore degli
eroi.
Wakanda.
A tempo di record, la capitale del Wakanda è stata
teatro di una suntuosa cerimonia di matrimonio tra il sovrano T’Challa e la sua nuova moglie J’ara,
una misteriosa ed ignota esponente dell’ aristocrazia locale.
I sudditi sono contenti di poter festeggiare l’ evento, accompagnato da
banchetti, danze, concerti organizzati e imbastiti in fretta dai collaboratori
di corte. Tutti sembrano entusiasti, felici… a parte qualcuno.
"Figliolo, sei sicuro di non aver fatto un enorme sbaglio?" si
avvicina a Pantera Nera suo nonno Azzari, detto 'il Saggio'.
"Sì. Questa unione sancisce l’ inizio di una nuova era per il nostro
regno… e per il continente intero" afferma con occhi vispi il monarca
"Adesso scusami ma ho da salutare degli ospiti… Signor Ross!" va a
ricevere le felicitazioni del rappresentante americano.
"O Saggio, ciò che sta succedendo sfugge alla nostra comprensione" si
avvicina Zuri ad Azzari.
"Mio nipote deve essere vittima di un sortilegio" ipotizza l’ anziano
"Mio figlio T’Chaka non avrebbe approvato tutto
questo. Non ha nemmeno invitato i suoi compagni di quell’ inutile gruppo delle
Nazioni Unite. O i suoi ex alleati, i Vendicatori".
"Tra le Dora Milaje serpeggia il malcontento,
signore… non vorrei che nascessero problemi".
"Nessuno li desidera, fido Zuri. Ma dimmi: è vero che J’ara
è giunta a palazzo solo ieri?".
"Ebbene sì, ma la notizia è top secret. Il Sovrano non conosceva quella
donna prima di ieri. Nessuno la conosce. La spiegazione più plausibile è che
sia stato folgorato dalla sua indiscutibile bellezza… ma suo nipote ha parlato
anche di grossi progetti, ispirati da questa donna".
"Dobbiamo scoprire cos’ha in mente. Vado a parlarne con Ramonda, spero che lei possa essere utile".
Qualche minuto dopo, Pantera Nera si alza, attira l’ attenzione di tutti e
pronuncia un discorso che non fa altro che aumentare la curiosità di tutti:"Miei cari ospiti, vorrei ringraziarvi di essere
accorsi così numerosi a questa cerimonia con un così breve preavviso, ma la
passione, da un lato, e il futuro del Wakanda, dall’
altro, non aspettano tempo. Vorrei annunciare a tutti che stasera stessa io e
la mia consorte partiremo per il nostro viaggio di nozze. Una luna di miele dal
sapore particolare. Visiteremo ogni nazione di questo continente, per un
compito molto speciale, un’ operazione di pace e prosperità che vi sarà presto
nota".
Mentre tutta l’ immensa sala risuona degli applausi, ipocriti o meno, dei
presenti, accanto a Pantera Nera rimane seduta ed impassibile J'ara, dal volto inespressivo eppur carico di tanti
segreti.
Argentina.
"Cosa volete dire?" chiede perplessa la Dinamo Cremisi.
Dalla raffazzonata descrizione dei due, WorldWatch
capisce che la base di Zola dev’essere un isola
volante. Forse per questo certe zone della città sono sempre così buia e
nuvolosa, immerse nella foschia.
"Ma allora scusate" chiede Sun "Come
avete fatto a fuggire?".
"A volte il Signor Zola ha bisogno di cavie umane da sacrificare per i
suoi esperimenti" spiega Quattro Braccia "E dunque usa dei condotti,
mi pare li chiami antigravitazionali o roba del genere, per scendere a terra.
Noi abbiamo aspettato che andasse in una di queste ricognizioni per uscire
indisturbati".
"Il covo dev’essere nascosto da un campo camaleontico che lo rende
invisibile, non c’è altra spiegazione… Forse è ancorata alla collina"
ragiona Visione, per poi decidere "Va bene, andremo comunque alla sua
ricerca, quel mostro va catturato".
"Va bene" rispondono in coro gli altri.
"Sun, tu invece rimarrai qui con Sisma ed i
nostri due ospiti".
"Cosa?! Stai scherzando, vero?".
"Affatto. Qualcuno deve pur occuparsi di loro, da soli sarebbero
praticamente indifesi e forse contro la rabbia della gente del luogo non
avrebbero scampo. Meglio premunirsi, dunque".
"Volete andare in tre contro Zola?".
"Non ti fidi di me?".
Sun decide che è inutile rispondere. Non capisce
cos’abbia il suo compagno, ma ormai si aspetta di essere messa a tacere
imperiosamente da lui, dopo qualsiasi sua protesta.
"Bene. Marianna, Dinamo, andiamo" sentenzia il sintezoide,
mentre i due eroi lo seguono perplessi, regalando a Sonia Elios uno sguardo di
comprensione.
"Ma tu guarda…" borbotta tra sé la ragazza, lasciata solo nella
squallida camera. Si guarda intorno: i due freak la stanno osservando. Nei loro
occhi riesce a vedere chiaramente l’ orrore di ciò che hanno passato. Si
rivolge a Chang per allontanare quei pensieri ma, a dispetto della sua espressione
serena, Sun intravede quello stesso orrore anche
negli occhi dello scienziato. Orrore dovuto non solo alle nefandezze ascoltate
su Zola, ma da quelle vissute in prima persona: gli innocenti morti a causa dei
suoi poteri sismici incontrollati, il dramma del Tibet vissuto con i propri
occhi…
Sopraffatta da queste emozioni, la ragazza italiana ingoia saliva amara,
capisce di non poter semplicemente rimanere a guardare e chiede ai due freak:"Vorreste farla pagare a colui che vi ha fatto
del male?".
I due annuiscono, ma uno dei due le risponde a parole:"Sì…
ma non ne abbiamo il coraggio. Lui è… invincibile".
"No! Non è affatto così. Non potete continuare a vivere nella paura! Prima
ve ne libererete, prima compirete il primo passo verso una vita normale! Ed è
quello che desiderate più di ogni altra cosa, non è vero?".
I due sembrano accettare convinti solo dopo qualche secondo, al che Sun chiede loro:"Bene,
allora ditemi dove sono gli altri vostri compagni".
Palazzo di Vetro dell’ ONU, New York.
Nell’ ufficio di Valerie Cooper, USAgent sta
intrattenendo una fondamentale conversazione con la donna, membro di
collegamento tra le Nazioni Unite e WorldWatch,
nonché sua amante.
"Mi capisci?" dice lei "I nostri diplomatici stanno facendo
carte false per risolvere il pasticcio che avete combinato!".
"Non ci interessa se i cinesi sono arrabbiati con noi, Val! Questo dannato
gruppo ha fatto troppo poco finora… non potevamo lasciare condannare a morte un
super-essere innocente!".
"Già, tu di condanne a morte sei un esperto" ribatte Val, ma prima
che Agent possa replicare aggiunge:"Avreste
almeno potuto affidare a noi Chang Fan, invece di lasciarlo in una missione
pericolosa solo perché siete in disavanzo!".
"Avresti mandato quattro dei nostri soli contro Zola?".
"No! Ma… Jack, non capisci il succo del discorso?! Come hai detto tu, i
risultati del gruppo sono stati scarsi, in questi mesi. La stampa di mezzo
mondo ci è contro. Avete perso tre membri. Adesso vi siete messi contro un
membro del Consiglio del Sicurezza… è stata la goccia che ha fatto traboccare
il vaso".
"Temo quello che stai per dire, Val".
"E fai bene. Già l’ autorità delle Nazioni Unite viene bellamente ignorata
in gran parte del mondo… poi WorldWatch sta dando il
colpo di grazia alla sua credibilità. Perciò Annan sta seriamente pensando di
far sciogliere il gruppo".
USAgent rimane impassibile di fronte a questa
notizia.
Argentina.
Seguendo le ipotesi di Visione e le vaghe indicazione dei freak:“Non ricordiamo bene dove siamo atterrati prima di
arrivare al villaggio” avevano risposto mortificati, i tre eroi di WorldWatch risalgono la collina su cui si inerpica il
paese.
"Zola deve aver scelto la zona in base alle sue esigenze di
discrezione" ipotizza Marianna.
"Probabile. I sensori della mia armatura indicano evidenti anomalie a
circa sessanta metri più in su" conferma la Dinamo Cremisi "Lì i
valori di pressione e temperatura sono discordanti ed i dati si fanno
confusi".
"Quale migliore prova? Dobbiamo solo inoltrarci nella nebbia… finché non
sbatteremo contro qualcosa" propone la Visione, sollevandosi in volo e
scomparendo nella nebbia.
Pochi secondi dopo, un pezzo di lamiera cade accanto agli altri due eroi, che
indietreggiano spaventati.
"Ehi!" grida Marianna.
"Posso?" le offre le braccia la Dinamo. Riluttante, la francese si fa
prendere in braccio e trasportare verso l’ alto, finché entrambi entrano nel
varco aperto dal sintezoide. L’ interno ricorda tanti
covi segreti di criminali che Visione e colleghi hanno visto nel corso degli
anni. Però Marianna e la Dinamo Cremisi non sono molto avvezzi allo spettacolo.
"Che posto assurdo" commenta con un sussurro la ragazza, impugnando
con maggiore forza il suo scudo.
"Solo un folle può spendere milioni per costruire un posto del genere. Chi
gli darà tutti quei soldi poi" si chiede l’ eroe in armatura. La risposta
sarebbe Impero Segreto e Teschio Rosso, a cui Zola un tempo offriva i suoi
servigi, prima di imbarcarsi in ricerche solitarie. Ma questo nessuno dei tre
può saperlo.
"Fermi tutti!" sentenzia improvvisamente una voce, la cui provenienza
non è riconoscibile.
Colti di sorpresa, il trio si blocca, facendo il gioco di chi ha parlato. Non
hanno nemmeno il tempo di accorgersi delle alte e spesse lamiere che,
improvvisamente, emergono dal pavimento, circondandoli e separandoli l’ uno
dall’ altro.
"Ma…!?" si lamenta Marianna, iniziando a picchiare con il suo scudo;
lo stesso fa il suo collega cremisi, con la sua armatura, un raggio potrebbe
risultare controproducente.
"Ma da dove spunta questa roba?!".
"Ottima tecnologia" parla tra sé Visione. Potrebbe facilmente eludere
la cattività rendendosi intangibile (anche se forse Zola ha pensato anche a
questo), eppure pare voler sfogare tutta la sua rabbia… perlomeno guardandolo:
duro più del diamante, sta percuotendo con velocissimi pugni uno dei muri
provvisori che lo trattengono, riuscendo a piegarlo a tal punto da farlo
cadere.
”Inutile perdere tempo con quelle” pensa alle celle dei suoi compagni, così si
interfaccia col terminale più vicino e, grazie alla propria affinità naturale
con le macchine, riesce a disattivare il programma di detenzione che li aveva
catturati. Le lastre di metallo riaffondano nel pavimento, da dove erano
inspiegabilmente spuntate.
"Finalmente, sei stato lento, Viz" lo
rimbecca la sua collega, senza che il sintezoide
provi a giustificarsi.
"Ragazzi…" li avverte intimorito la Dinamo, vedendo arrivare da una
porta una frotta di aberrazioni genetiche. Sembrano decine, e stanno correndo
verso di loro.
"Questi sono molti desaparecidos deportati, allora?" è
l’inquietante interrogativo di Marianna.
"Purtroppo la maggior parte deve aver avuto un destino più… fatale"
immagina l’ eroe russo.
"Quel mostro di Zola ha approfittato anche dei perseguitati politici per i
suoi esperimenti" monta ancora l’ indignazione dell’ ex
Vendicatore.
Ma è il momento di difendersi dall’ attacco: scudo e armatura non proteggeranno
la francese ed il russo per molto. Visione si rende ancora una volta
intangibile e riesce ad attraversare la folla inferocita, raggiungendo infine
il loro capo, a braccia conserte. Lo stava aspettando, a quanto pare.
"Benvenuto nel mio mondo, Visione" dice Arnim
Zola.
Incurante del tono saccente del genetista, il sintezoide
chiede:"Ti farò una sola, semplice domanda: perchè?".
"Per il brivido ineguagliabile della scienza" risponde Zola
"Oggi molti fantasticano sulla clonazione umana: io ho raggiunto e
superato quell' obiettivo da molto tempo. E voglio andare oltre: voglio creare
il superumano perfetto, lo schiavo senza mente che possa sfruttare. E se qualche
vita viene persa nel tentativo... poco male. Non credevo mi avreste scoperto
tanto presto, comunque sappi che mi hai battuto solo temporaneamente, Visione,
mi libererò molto presto, non conosci i miei agganci". Poi alza le mani:"Mi arrendo" dice in segno di scherno.
"Chi ti dice che te ne darò la possibilità?" afferma Visione,
affondando la sua mano nel petto del criminale, poco sotto la sua testa: Zola
apre la bocca senza emettere suono, ma il dolore che prova è immenso: non ha
senso che Visione si comporti così, sembra quasi un' altra persona!
"Ah… lasciami!" implora Zola.
"No" risponde serenamente Visione.
Quando, però, la bava comincia ad apparire sulla bocca del genetista,
finalmente allontana il suo arto. Ha sofferto molto, ben gli sta. E Zola crolla
e terra come un fantoccio.
Marianna e la Dinamo, intanto, non possono accorgersi di quello che sta
succedendo, poiché stanno ancora rischiando di essere sopraffatti dai servi del
genetista.
"Anche volendo colpirli a morte, i nostri colleghi non approverebbero!"
grida Marianna, a fatica, scacciando i mostri.
"Già" conferma la Dinamo Cremisi.
Una speranza arriva poco dopo, annunciato da un tenue ronzio, a bordo di due
piattaforme levitanti sottratte al popolo marziano. Un oggetto che suscita
tristi ricordi nell' eroina francese.
"Sun!" urla sollevato il russo, vedendo la
collega al fianco di Sisma e dei due freak precedentemente catturati.
"Non guardatemi!" consiglia loro la ragazza, prima di illuminarsi
come una piccola stella. I mostri di Zemo, accecati e
spaventati, arretrano o scappano. Approfittando del loro stato confusionale, i
membri di WorldWatch si ripropongono di mettere fuori
gioco i malcapitati, ma si rendono conto che è inutile.
I mostri, fuggiti grazie a Sun, sono incappati nel
loro creatore.
"Signore…" bisbiglia qualcuno, con un timbro di voce disumano.
Arnim Zola è ancora riverso a terra, la bava che
ancora gli scende dalla bocca, e non parla.
"Il dio… è a terra".
"Non può farci nulla" dice Quattro Braccia.
"Cosa vi avevo detto?" si intromette Sun
"Nessuno può ergersi a dio per altre persone, la libertà è un bene a volte
difficile da conquistare, ma quando finalmente la assapori...".
"Possiamo andare via!" sono i commenti dei freak, che si accavallano
in una reazione a catena.
Mentre Marianna, la Dinamo Cremisi e Sun sono in
procinto di rallegrarsi per la vittoria e per aver demistificato il mito di un
essere riprovevole, il loro collega artificiale (fino a quel momento,
impassibile accanto al genetista) lancia un urlo che di umano ha ben poco:"Non... Non riesco a resistere!".
"Visione! Cosa…?" gli va incontro Sun, ma
il sintezoide si accascia privo di sensi al suolo. Ed
il suo mondo diventa buio.
FINE
PROSSIMAMENTE...
Cosa si annida nella mente di Visione?